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L’Italia possiede il patrimonio naturalistico, botanico, paesaggistico e artistico fra i più ricchi del mondo, in virtù della sua morfologia articolata, che le regala climi, microclimi, terreni e ambienti diversi, della sua storia e  e cultura. 

Fin dall’antichità, il Bel Paese è stato meta di viaggiatori stranieri, dai pellegrini che nel Medioevo si recavano a Roma per ottenere l'indulgenza, ai commercianti e banchieri, agli scrittori, ai pittori e agli architetti che fin dal Rinascimento vi si recavano per affari e studio. Nel Sette-Ottocento un soggiorno nel Bel Paese diventò una tappa obbligatoria del lungo viaggio, il cosiddetto Grand Tour, che i giovani delle ricche famiglie europee e  in seguito americane, dovevano compiere per completare la propria educazione: e molti di loro rimasero incantati dai nostri giardini e paesaggi, che descrissero nei loro scritti o raffigurarono nei loro dipinti.
 
Tra i viaggiatori eccellenti che visitarono l’Italia, nel Settecento vi furono  il geologo ginevrino Horace Benedicte de Sausurre, l’inglese Lord Byron, che addirittura visse a Venezia, e i suoi conterranei Joseph Severn e John Keats; a cavallo con il secolo successivo, Johan Wolfang von Goethe vi ritrovò l’aspirazione artistica perduta.

Nell’Ottocento, è la volta dei francesi Alessandro Dumas, Stendhal, che soggiornò a Milano, Gustave Flaubert e George Sand, che raccontò dei giardini laziali. Vennero in Italia, inoltre, i pittori Claude Monet, che ne raffigurò molti paesaggi, e Auguste Renoir, che dai dipinti di Raffaello e degli altri maestri del Rinascimento sarà a lungo influenzato; l’ungherese Franz Listz che scrisse la Fantasia di Dante sul Lago di Como, nel 1937; gli inglesi Charles Dickens e Percy Shelley, che addirittura vi morì, affogando, ad appena trent’anni, nel mare della Liguria; i tedeschi Friedrich Maximilian Hessemer, architetto innamorato della Sicilia, e il poeta Heinrich Heine; gli scrittori russi Nicolaj Gogol e Fedor Dostoievskij; i romanzieri americani Henry James ed Edith Warthon, che rimase incantata dal Lago di Como.

Molti in Italia vi si trasferirono addirittura, talvolta realizzandovi meravigliosi giardini, come l’inglese Sir William Hambury, che tanto si appassionò al Ponente ligure da acquistarvi un terreno e costruirvi, a partire dal 1867, il celebre giardino botanico di Villa Hanbury; il capitano scozzese McEacharn, che nel 1931 creò lungo le rive del Lago Maggiore quel gioiello botanico che è Villa Taranto; e il generale William Montagu Scott Mc Murdo, autore del parco di Villa La Pergola, in Liguria.

Nel Novecento, i nostri giardini ammaliarono tra gli altri Sir George Reresby Sitwell, antiquario e letterato inglese, e Geoffrey A. Jellicoe, architetto e urbanista inglese; i nostri laghi, e quello di Como in particolare, conquistarono teste coronate, scrittori come l’americano Mark Twain, attori, registi e personaggi del jet set,  dai duchi di Windsor alla ballerina Josephine Baker, da Ava Gadner, Frank Sinatra, Bette Davis, Alfred Hichcock, fino, in tempi più recenti, a George Cloney, Brad Pitt e Matt Damon…

L’elenco potrebbe essere ben più lungo e sicuramente non è ancora finito. L’Italia ha infatti ancora molto da offrire ai viaggiatori curiosi di tutto il mondo, siano essi botanici, naturalisti, ornitologi, paesaggisti, architetti, vivaisti, giardinieri per professione o per passione: una scelta vastissima di parchi e giardini storici e contemporanei, orti botanici e roseti, paesaggi mutevoli, fioriture nascoste, boschi antichi e alberi secolari. E, ancora, passeggiate in luoghi poco conosciuti, spiagge, torrenti e forre d’acqua dolce, riserve e oasi naturalistiche, vigneti e oliveti; coltivazioni locali ritrovate e prodotti tipici, frutto di sapienze antiche, musei botanici e agricoli, collezioni botaniche, e last but not least, il fior fiore dei vivai italiani, grandi e piccoli, uniti dalla medesima passione e curiosità per la ricerca botanica e la sperimentazione colturale.

Italian Botanical Heritage vuole essere proprio questo: un luogo di incontro per noi tutti appassionati di piante, giardini, natura.
A voi dunque auguriamo buon viaggio: seguiteci alla scoperta dell’immenso, ma ancora poco conosciuto e riconosciuto, patrimonio botanico italiano.

Carlo Maria Maggia & Margherita Lombardi

 

 

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